ANTONIO CARLUCCIO

Pier Paolo Pasolini morto quattro volte in uno spettacolo

Quattro repliche per "Le quattro morti di Pier Paolo Pasolini", in prima assoluta al 33esimo Circolo didattico Risorgimento di via Canonico Scherillo 40, da questa sera (alle 20,15) a domenica nell'ambito del progetto " Affabulazione" sostenuto dal Comune di Napoli, per porre ancora una volta, nell'anno a lui dedicato, la figura di questo intellettuale scomodo di cui val la pena di dimostrare, come ha detto presentando il progetto Andrea Mazzucchi, delegato dal sindaco Gaetano Manfredi, " quanto ancora fertile sia il lascito intellettuale di Pier Paolo Pasolini, irriducibile a etichette di comodo come impermeabile a indebite appropriazioni".


Dunque Pasolini rivisto dalla fantasia di Gian Maria Cervo che firma il testo dello spettacolo e da quella di Pep Gatell, presidente della Fundación Epica de La Fura dels Baus, che ne firma la regia. Per uno spettacolo d'eccezione in incontro artistico singolare, ispirato com'è dall'osservazione di Gian Maria Cervo da un lato dei dipinti di Nicola Verlato, pittore italiano neocaravaggesco considerato tra i massimi esponenti della cosiddetta " lowbrow art", da quanto scrisse e disse Pasolini di Napoli e dei napoletani: "Una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg o i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso - senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte - di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità. [...] Una negazione fatale contro cui non c'è niente da fare. Essa dà una profonda malinconia, come tutte le tragedie che si compiono lentamente; ma anche una profonda consolazione, perché questo rifiuto, questa negazione alla storia, è giusto, è sacrosanto".

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